La crisi che travolse la Chiesa nel XV - XVI secolo portò alla sua drammatica spaccatura con la Riforma protestante.
Il fenomeno dei vescovi - conti fu l'espressione della decadenza della Chiesa che perse gran parte della sua autonomia. Tra i clero, inolre erano diffusi comportamenti immorali, quali la simonìa e il nicolaismo.
La reazione alla decadenza della Chiesa partì dall'abbazia di Cluny, fondata nel 910 in Borgogna (Francia). Da Cluny si irradiò un movimento di rinascia della Chiesa che si diffuse in tutta Europa.
molri nuovi ordini religiosi, come i Camaldonesi, i Vallombosani e i Cistercensi, seguirono Cluny sulla strada del ritorno alla vita evangelica.
L'esigenza di riformare la vita religiosa era sentita in tutta la chiesa e ne erano espressione i movimenti che combattevano la corruzione del clero; fu questo ad esempio il caso della Patarìa a Milano.
Anche i pontefici mirarono a moralizzare i costumi del clero e nel contempo si impegnarono a sottrarre la Chiesa all'ingerenza dell'imperatore.
Questo movimento di rinnovamento della Chiesa è detto riforma gregoriana in omaggio al più importante papa Gregorio VII (1073 - 1085), un monaco cluniacense.
Nel XIII secolo vi fu una vasta diffusione di eresie. gli eretici erano accomunati dal desiderio di una vita spirituale fondata sul Vangelo, contestavano la dottrina della Chiesa e accusavano il clero di corruzione.
Papa Innocenzo III (1198 - 1216) cercò di incanalare all'interno della Chiesa cattolica queste esigenze di rinnovamento spirituale. Si approvarono successivamente gli ordini mendicanti come i Francescani e i Domenicani. La vita povera e umile di questi frati, ispirata agli ideali evangelici, trovò consensi tra i fedeli che cercavano un esempio autenticamente cristiano.
Bonifacio VIII (1294 - 1304), il nuovo pontefice, tentò di riaffermare il primato della Chiesa sul potere politico, ma questa volta l'avversario del Papato non fu l'Impero, da tempo in crisi: fu la monarchia francese.
Dopo la morte di Bonifacio VIII, venne eletto pontefice un vescovo francese Clemente V, con il quale vi fu un lungo periodo di dipendenza del Papato dalla Francia. Questo periodo fu definito "cattività avignonese", in analogia alla schiavitù del popolo ebraico a Babilonia.
Nel 1309 trasferì la sede papale ad Avignone, in Provenza, dove sucedettero fino al 1377, sette papi, tutti di nazionalità francese.
- la sudditanza agli interessi della Francia: Clemente V soppresse i templari, un ordine indipendente del potere politico, i cui beni in Francia passarono al monarca e modificò la composizione del collegio cardinalizio in modo da dare la maggioranza ai francesi
- il rafforzamento della Curia e l'aumento delle tasse: la Curia pontificia si trasformò in un grande centro amministrativo e burocratico. Negli uffici papali i funzionari amministrativi i proventi delle rendite della Chiesa ottenute con un rigido sistema fiscale. L'eccessivo peso delle tasse in favore della Chiesa fece crescere in tutta Europa l'ostilità delle popolazioni nei suoi confronti.
- la condotta immorale del clero:simonìa e nicolaismo si diffusero ancora di più. la corte papale viveva nel lusso e nello spreco.
La Chiesa tra scisma ed eresie
i disordini interni dello Stato Ponteficio, lo scoppio della guerra dei cent'anni tra Francia e inghilterra e le esortazioni dei fedeli, tra cui santa Caterina da Siena convinsero Gregorio XI a trasferire nel 1377 la sede papale a Avignone a roma. Alla sua morte nel 1378 il popolo romano con tumulti e violenze spinse il collegio cardinalizio a eleggere un papa italiano Urbano VI.
Immediatamente i cardinali elessero un anipapa, Clemente VII, che si stabili ad Avignone.
Si determino così il Grande Scisma d'Occidente, che divise il mondo cristiano per circa quarant'anni. Dal 1378 al 1418 si ebbero due papi, due curie e due collegi cardinalizi. Rimasero fedeli a Urbano VI la Germania, la Boemia, la Polonia, l'inghilterra e l'Irlanda, le Fiandre e l'Italia, a eccezione del Regno di Napoli Sostennero Clemente VII invece la Francia, la Spagna e la Scozia.
In Inghilterra nella seconda metà del VI secolo, si diffusero le idee di Jhon Wycliff (1328 - 1384) teologe dell'università di Oxford. Wycliff sosteneva che la vera Chiesa era una società invisibile, composta da tutti i fedeli predestinati alla salvezza. Il Clero che costituiva la cosidetta "Chiesa visibile" era invece falso e corrotto. Le Sacre Scritture costituivano l'unico punto di riferimento dell'esperienza religiosa, mentre perdeva ogni valore la funzione della Chiesa: i fedeli potevano rivolgersi a Dio senza la meditazione del clero.
Le sue tesi vennro dichiarate eretiche nel 1382 e i suoi discepoli detti lollardi, subirono una dura persecuzione.
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